I partiti che sostengono il governo Draghi lavorano alla risoluzione da votare martedì. Di Maio si dissocia dalla questione armi.
Il Movimento 5 stelle chiedono una “pausa di riflessione” per discutere sulla questione armi in Ucraina. I dem sulla posizione di Di Maio. La risoluzione di maggioranza per il 21 giugno, quando Mario Draghi riferirà in Senato sul prossimo vertice europeo, risulta essere pronta «all’80 per cento».
L’unico punto a sollevare ancora qualche perplessità riguarda la questione dell’Ucraina. Difatti, la questione è stata rinviata a lunedì. In seguito alle comunicazioni del premier sul Consiglio dell’Unione europea, i partiti del governo Draghi stanno discutendo la questione dell’invio delle armi in Ucraina.
Secondo quanto concordato fino ad ora, i partiti che sostengono il governo Draghi si trovano in accordo su 5 dei 6 punti contenuti nel testo. L’ultima riunione è prevista per lunedì. I partiti si trovano tutti d’accordo sull’adesione di Kiev all’Ue, la revisione del Patto di Stabilità, gli interventi per famiglie e imprese in difficoltà per gli effetti della guerra, il RepowerEu per l’energia e il rafforzamento delle proposte sul futuro dell’Unione.
Luigi Di Maio si dissocia dalla questione armi
Per quanto riguarda l’invio delle armi in Ucraina, il Movimento cinque Stelle ha chiesto una pausa di riflessione. Ciò, per valutare l’eventuale stop di invio di armamenti militari al Paese sotto attacco. Secondo Luigi di Maio l’Italia non dovrebbe consegnare armi all’Ucraina in quanto “la Nato è un’alleanza difensiva, se ci disallineamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell’Italia“. Numerosi i disaccordi sorti all’interno del Movimento.
I senatori del Movimento Cinque Stelle, alla luce del voto di martedì, lavorano a una risoluzione sulla questione in cui si legge: “si impegna il governo a non procedere, stante l’attuale quadro bellico in atto, a ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio una de-escalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica“.
L’introduzione del testo risolutivo parla di un conflitto che “dura ormai da oltre 100 giorni e sta assumendo sempre più le caratteristiche di una guerra di logoramento segnata dal mancato rispetto del diritto internazionale umanitario” e che gli ucraini stanno “combattendo per il proprio diritto all’autodeterminazione”.
La capogruppo del M5s al Senato Mariolina Castellone ha chiarito la bozza, dicendo che “non è la risoluzione alla quale stiamo lavorando con tutta la maggioranza. Abbiamo un testo condiviso che stiamo completando” e all’interno del quale “per noi è importante che si parli di de-escalation militare e della centralità del Parlamento nelle scelte sulla guerra”.